sholes1.gif (11828 byte)Sholes

L'invenzione della macchina da scrivere viene attribuita a C. L. Sholes con il contributo di C. Glidden. Nel 1867 costruirono un primo prototipo che stampava una sola lettera ('W') ma possedeva le basi per il giusto meccanismo. Le ricerche continuarono: i problemi meccanici erano immensi ma la mancanza di denaro per proseguire le ricerche era ancora più problematica.

Riuscirono a trovare dei finanziamenti molto limitati da parte di J. Densmore. I primi modelli sperimentali furono dati a scrittori professionisti con istruzioni per provare e fornire loro i più efficaci test pratici al fine di rilevare ogni carenza. Ne trovarono moltissime. Le leve si incrociavano. Il nastro inchiostrato a mano era un pasticcio. Le cose balbettavano e saltavano. Il peso sui rotismi che muovevano il carrello era troppo limitato e la stringa che lo tratteneva era leggera fino a rompersi, mettendo a repentaglio i piedi dell'operatore.

Nel 1871 Sholes lavorava 16 ore al giorno sul suo ultimo modello. Il problema era l'esecuzione dei singoli pezzi: era come chiedere ad un fabbro di tentare di fare un orologio.

Nel 1873 la macchina da scrivere di Sholes e Gidden aveva solo un vaga somiglianza con le prime macchine. Aveva quattro fila di tasti (FIGURA pag. 31, 1.39, 1.40) e la più consistente differenza con la moderna macchina era l'idea della battitura sotto il rullo. Il punto di stampa era non visibile.

Sholes, Glidden e tentarono allora di interessare il governo alla loro invenzione, senza alcuna fortuna. Finché incontrarono Philo Remington (presidente della fabbrica Remington) che costruiva armi e macchine da cucire: era quindi attrezzata con idonei macchinari per la costruzione delle macchine da scrivere. Era appena finita la Guerra Civile e l'azienda stava proprio cercando di diversificare la produzione.
Il primo marzo del 1873 firmarono un contratto per la produzione di 1.000 macchine da scrivere sulla base del modello che avevano presentato.